28 giugno 2011 – I signori del vento tornano all’attacco e lanciano una nuova sfida contro le coste sarde. Ad essere nel mirino del business eolico è questa volta il golfo dell’Asinara dove una società con sede ad Aosta vorrebbe realizzare un parco off shore a due passi dalla meravigliosa spiaggia della Pelosa.
Il progetto – la cui autorizzazione è stata già presentata al ministero delle Infrastrutture – prevede la costruzione di 26 aerogeneratori a tre pale, ciascuno alto novanta metri dal pelo d’acqua e in grado di produrre 36 MW di energia elettrica. A stagliarsi all’orizzonte di uno dei tratti di mare più belli di tutto il Mediterraneo dovrebbe essere – secondo le intenzioni di questa società – una barriera d’acciaio che imprigionerebbe per sempre l’isola dell’Asinara, oggi parco nazionale e da poco restituita alla collettività dopo la chiusura del supercarcere.
La proposta avanzata da questa società – da cui non sarebbe, comunque, partita ancora una richiesta di concessione demaniale marittima – è solo l’ultimo atto di una lunga serie di iniziative che hanno l’obiettivo di speculare sulle nuove fonti energetiche senza portare alcuna forma di sviluppo o di beneficio alla Sardegna ma, anzi, compromettendo il suo patrimonio ambientale e naturalistico a forte vocazione turistica.
Che questo progetto abbia un chiaro intento speculativo è dimostrato dal fatto che la nostra ragione è del tutto autonoma dal punto di vista energetico. Già oggi in Sardegna sono operative 27 centrali eoliche e complessivamente l’Isola può contare sulla potenza di 2200 MW – tra energia generata dal vento e da altre forme tradizionali – una quantità ben superiore a quella di cui quotidianamente la Sardegna ha bisogno.
Dunque, tanta pervicacia nell’inseguire il mito dei parchi eolici off shore non fa altro che alimentare il solito dubbio che già si adombrava per i progetti analoghi da tirare su nel golfo degli Angeli, nel golfo di Oristano e davanti alla spiaggia di Is Arenas, tutti bloccati grazie ad una forte mobilitazione generale.
Ma a chi giova economicamente questa corsa al vento dai contorni che appaiono poco limpidi ed economicamente poco sostenibili? Di sicuro non alla Sardegna e alla sua popolazione.
Per contrastare queste iniziative speculative che arrivano da fantomatiche società, spesso residenti in paradisi fiscali sparsi per il mondo e con pochi capitali iniziali, nel marzo scorso ho presentato in collaborazione con il gruppo di Intervento giuridico una proposta di legge per concedere alle regioni e alle autonomie locali la potestà di valutare la fattibilità dei parchi eolici a largo delle coste che hanno un forte impatto sotto il profilo paesaggistico.
Oggi è lo Stato a decretare la valutazione di impatto ambientale e a concedere di fatto le autorizzazioni a produrre energia elettrica per i parchi eolici off shore. La legislazione vigente concede alle autonomie locali – comprese le regioni a statuto speciale – solo la possibilità di esprimere un parere non vincolante espropriando di fatto i territori da questo processo decisionale.
Per tutti questi motivi appoggio con convinzione l’azione di diverse associazioni ecologiste – Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra – che hanno inoltrato lo scorso 26 giugno 2011 una richiesta di informazioni a carattere ambientale sulla domanda presentata dalla Seva s.r.l. (Aosta) tesa alla realizzazione di una centrale eolica off shore nel Golfo dell’Asinara.
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