19 gennaio 2011 – Con i colleghi sardi del Partito Democratico ho scritto al ministro del Lavoro Maurizio Sacconi e, per conoscenza, al Guardasigilli Angelino Alfano e all’Assessore regionale al Lavoro Franco Manca in merito alle sorti della comunità di Arborea “Il Samaritano”.
Le attività della comunità in seguito alla vicenda giudiziaria di don Giovanni Usai, sono seriamente compromesse: per poter proseguire il proprio lavoro, la cooperativa ha bisogno di recuperare la piena operatività amministrativa, ottenendo il dissequestro degli archivi, cartacei ed informatici, disposto dall’autorità giudiziaria, o perlomeno la possibilità di trattare i dati depositati nelle memorie.
Chiediamo di intervenire perché un’esperienza unica nel suo genere in Italia per il recupero dei detenuti, come “Il Samaritano”, non venga interrotta e perché la cooperativa possa quindi proseguire nelle sue attività. Le vicissitudini legate al suo fondatore, su cui la magistratura farà chiarezza, non si devono ripercuoter negativamente sulla vita dell’intera comunità e dei suoi ospiti, che sono del tutto estranei alla vicenda giudiziaria.
La comunità di Arborea è stata fondata nel ’97 da Don Giovanni Usai per i condannati ammessi alle misure alternative di detenzione ed ospita attualmente 19 persone, oltre a cinque professionisti che compongono il personale socio-sanitario e amministrativo. La cooperativa gestisce 40 ettari di terreno, in cui sono coltivati e confezionati ortaggi, che vengono commercializzati a Cagliari e Oristano. “Il Samaritano” gestisce anche, insieme alla cooperativa sociale “Il Seme”, il punto vendita del mercatino di “Terra Madre” a Oristano ed ha in appalto con il consorzio industriale di Oristano la manutenzione del verde pubblico dell’area industriale di Oristano. Una fortunata esperienza di recupero e reintegro sociale che rischia di naufragare come esito indiretto dell’inchiesta giudiziaria in corso: per questo i deputati sardi chiedono il tempestivo intervento del ministro Sacconi, che consenta al personale e ai soci della cooperativa, non coinvolti nell’inchiesta, di proseguire nelle proprie attività.
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