L’Unità, 6 gennaio 2011
Il sessantacinque per cento dei pastori che vivono e lavorano intorno al poligono militare di Quirra, nella costa sudorientale della Sardegna, si è ammalato di leucemia o linfomi negli ultimi dieci anni. Non solo: nello stesso periodo si è registrata tra gli ovini un’anomala incidenza di agnelli nati con gravissime malformazioni. Sono i primi inquietanti risultati che emergono dallo studio effettuato dai veterinari delle Asl di Lanusei e Cagliari, Giorgio Melis e Sandro Lorrai, su incarico del Comitato di indirizzo territoriale che segue il controllo ambientale del poligono. Lo studio, atteso da almeno dieci anni, certifica e ammette quello che già in troppi in Sardegna sanno: in prossimità delle basi militari dell’isola – non solo il Salto di Quirra, ma anche Teulada e Capo Frasca – l’incidenza dei tumori del sistema emolinfatico e le malformazioni di uomini e animali sono vertiginosamente superiori alla media.
La Sardegna ospita da sola oltre il 60 per cento delle basi presenti sul territorio italiano, che significano 35mila ettari divorati dalle servitù militari, sottratti al pascolo, all’agricoltura e alla pesca e contaminati di sostanze su cui non è mai stata fatta chiarezza. E’ qui che gli eserciti e le ditte civili vengono a combattere guerre simulate e a sperimentare armi ed esplosivi. E’ qui che Antonietta Gatti, docente del Policlinico universitario di Modena e consulente della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito, ha scoperto l’esistenza di nanoparticelle di metalli pesanti e di leghe che non esistono in natura, ma che sono presenti negli animali malformati. Una correlazione tra le nanoparticelle ed i tumori non è stata accertata, ma è empiricamente provato che intorno alle basi si continua a morire in silenzio. Non esistono statistiche ufficiali: quella dei veterinari Asl sugli allevamenti di Quirra è la prima fotografia che porta il sigillo dell’istituzionalità: una fotografia agghiacciante, ma ancora parziale, che taglia fuori i militari e i civili ammalati o deceduti. Secondo il comitato “Gettiamo le basi”, associazione che da anni si batte per la chiusura dei poligoni sardi e la bonifica dei territori che li ospitano, il bilancio dei decessi per tumori, solo nella zona di Quirra, sarebbe di 23 militari e 40 civili. Ci sono poi Teulada e Capo Frasca, su cui ancora non si è indagato.
Si tratta di un dramma strisciante, silenzioso, denunciato a più riprese da pacifisti, ambientalisti e indipendentisti e su cui ora si inizia a fare luce. A reclamare un intervento istituzionale, di fronte agli eclatanti risultati dell’indagine veterinaria, sono stati in molti. Il Partito Democratico ha già annunciato il suo impegno: «Le indiscrezioni sullo studio delle Asl sarde su Quirra sono inquietanti e preoccupanti. Il governo deve una volta per tutte fare chiarezza» ha dichiarato il deputato del Pd Paolo Fadda, che presenterà un’interrogazione sul caso. Anche la collega Caterina Pes proporrà un intervento parlamentare in merito: «Chiederemo spiegazioni al governo: è uno stillicidio che si consuma da anni ai danni dei sardi, che pagano da soli un pesantissimo pegno alle basi». Gli fa eco il consigliere regionale del Pd Chicco Porcu: «Non è accettabile che ancora oggi, a 20 anni dalla caduta del muro di Berlino, il 60 per cento delle servitù militari e l’80 per cento delle bombe esplose ricadano sul territorio della Sardegna». Porcu ha anche anticipato che, con tutto il centrosinistra, sarà proposta una mozione in consiglio regionale per comprendere la posizione del presidente Ugo Cappellacci.
nienteecomesembra 9:25am on febbraio 8, 2011
Servitu’ militari: psd’az, casi tumore alla tiroide a capo frasca Oristano- La Provincia di Oristano deve farsi promotrice di un’azione di controllo, che verifichi la situazione igienico-sanitaria del poligono militare di Capo Frasca, collegato con l’aeroporto militare di Decimomannu e utilizzato per l’addestramento dei piloti delle forze armate italiana e straniere. Lo chiede il consigliere provinciale del Partito sardo d’azione Efisio Trincas con un’interpellanza nella quale sollecita controlli nell’area di Capo Frasca, “a terra e a mare e sull’eventuale utilizzo di armi con l’uranio impoverito o altre sostanze nocive alla salute delle popolazioni”. Secondo il consigliere sardista “nei territori indicati si sta verificando un’alta percentuali di casi di tumore alla tiroide”. Da qui l’urgenza dei controlli richiesti alla Provincia di Oristano http://www.rosarossaonline.org/art/2011/02/01/servitu-militari-psdaz-casi-tumore-alla-tiroide-a-capo-frasca_11352