Continua in VII Commissione Cultura della Camera l’esame dello schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento concernente la revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei.
Leggi il resoconto della seduta e l’intervento di Caterina Pes
VII Commissione – Resoconto di mercoledì 25 novembre 2009
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 4 novembre 2009.
Luisa CAPITANIO SANTOLINI (UdC) chiede alcuni chiarimenti sui termini per l’espressione del parere da parte della Commissione.
Valentina APREA, presidente e relatore, ricorda che affinché la Commissione possa esprimersi occorre che il parere del Consiglio di Stato sia trasmesso alla Camera. La Commissione ha iniziato infatti l’esame sullo schema di regolamento in oggetto, in quanto il Governo ne ha sottolineato l’urgenza, ma è comunque tenuta ad attendere che si perfezionino tutti i requisiti formali. Dopo lo svolgimento della relazione e delle audizioni informali previste si può avviare il dibattito, in attesa che pervenga il citato parere del Consiglio di Stato. Si riserva di presentare quindi una proposta di parere nel seguito dell’esame che tenga conto del dibattito complessivo svolto dalla Commissione e degli altri pareri previsti dalla normativa; in modo che il Governo possa riesaminare il regolamento in seconda lettura, per poi procedere alla sua definitiva adozione dopo la prevista registrazione della Corte dei Conti, pervenendo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, per consentirne l’applicazione in tempo utile per l’avvio del prossimo anno scolastico.
Caterina PES (PD) ricorda che interviene senza avere predisposto un discorso meditato. Ritiene importante esporre alcune sue considerazione per iniziare a riflettere su quanto si è ascoltato nei giorni scorsi con le tante audizioni che si sono svolte in Commissione. Ritiene essenziale partire da un dato numerico e sottolinea come dal Piano programmatico su cui stiamo ragionando, ci si trovi di fronte a una decurtazione di 21 mila cattedre. A suo giudizio occorre addivenire ad una razionalizzazione; ma razionalizzare significa anche prevedere una nuova organizzazione. Considera importante partire dal taglio delle 21 mila cattedre, in quanto, di fronte a questo dato ritiene che si abbia l’impressione di trovarsi di fronte, non ad una riforma, ma solo ai rigidi tagli voluti dal Ministro dell’economia. Sottolinea come in una scuola del domani, a cui non è ovviamente pregiudizialmente contraria, si possa pensare a meno posti di lavoro ma che a questa mancanza debba, sempre in una scuola futuribile, corrispondere maggiore qualità ed efficienza.
Ritiene per quello che riguarda nello specifico la riforma dei licei assolutamente non positivo il pensare che si possa applicarla alle seconde classi, sottolinea come sicuramente si tratti di un risparmio, ma un risparmio che non risponde certo ad un criterio di efficienza. In questo caso pensa che le famiglie abbiano stipulato un patto con lo Stato, che lo Stato poi non onora in quanto cambierà in corsa le modalità curriculari dell’indirizzo di studi prescelto dai ragazzi e dalle famiglie stesse. Per quello che concerne il quadro degli istituiti tecnici sottolinea che, in questo caso, la trama unificante è evidente, mentre ribadisce, sembrarle poco chiaro l’obiettivo finale della riforma dei licei. Infatti rileva come nei quadri orari e nei profili disciplinari non vi sia un tratto unificante.
Per quello che riguarda la «competenza di soglia» raggiunta con l’innalzamento dell’istruzione all’età di 16 anni, con legge dello Stato, ne ribadisce la validità e crede che occorra garantire a tutti l’istruzione fino ai 18 anni. Ricorda ancora come sia carente a suo giudizio la definizione degli obiettivi e delle competenze da raggiungere e che questi contenuti debbano essere ricompresi nei quadri orari, se si vuole parlare di riforma e non di operazione dovuta ai tagli economici. Per quello che riguarda la riorganizzazione degli istituti tecnici ritiene vi sia una visione condivisa e la stessa Commissione De Toni che vi ha lavorato ha prodotto un superamento della licealizzazione dei tecnici legando questi istituti ai territori e alle imprese sul territorio. Ritiene invece che per i licei il «modello gentiliano» non appare ancora superato. Sottolinea che a suo giudizio per superare il «modello gentiliano» non vadano toccate le discipline che rimangono un punto nodale dell’istruzione superiore ma che si debba toccare il metodo: superare le lezioni frontali, inventare e accedere ad una nuova sintassi ed a un nuovo modello del processo di apprendimento. Aggiunge che, a suo giudizio, non vede questo slancio, questa innovazione nella riforma dei licei. Ritiene fondamentale riconsiderare l’intero metodo e sottolinea come queste riflessioni non accompagnino la riforma stessa. Ribadisce, a suo giudizio, che non si debba partire dai contenuti ma dalla governance. Ritiene che una riforma prima che ai contenuti debba pensare ad una cornice, manca infatti la visione e la cornice metodologica. Ritiene utile portare l’esempio dei licei scientifici tecnologici, ritiene che si tratti di un liceo scientifico a cui mancano le competenze tecnico-pratiche, ritenute fondamentali anche nelle sperimentazioni Brocca, sintetizzando si può affermare che si è di fronte, da una parte, a laboratori senza insegnati e dall’altra a insegnanti senza laboratori. A questo punto riterrebbe più utile dare non un’opzione ma un’altra scelta da una parte il liceo scientifico e dall’altra il liceo tecnologico. Così come viene presentato il liceo tecnologico sembra uno scientifico più appetibile per ragazzi meno desiderosi di studio e che non vogliano affrontare lo studio del latino. Auspica che queste poche riflessioni che ha voluto mettere in campo possano portare all’avvio di un discorso approfondito fino all’espressione del parere da parte della Commissione, che è composta da tante persone che lavorano con impegno e credono con passione nella possibilità di dotare il Paese di una scuola nuova ed efficiente.
Paola GOISIS (LNP) auspica che ci siano i tempi per poter pervenire alle modifiche necessarie al provvedimento.
Valentina APREA, presidente e relatore, assicura che sarà garantito il tempo necessario per approfondire adeguatamente tutte le proposte di modifica che saranno presentate.
Nessun altro chiedendo di intervenire rinvia l’esame ad altra seduta.
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