Adesso lo sguardo di Renato Soru si spinge anche al di là del prossimo quinquennio: «Cosa diranno della Sardegna tra vent’anni?», si chiede il leader del centrosinistra, «per cosa sarà conosciuta la nostra regione? Avremo la lingua, la musica, le tradizioni: ma perché non possiamo sognare che dicano di noi che siamo i più istruiti d’Europa?».
I DATI Obiettivo ambizioso, anche per chi mette l’istruzione al centro del programma di governo. «Vorremmo confrontarci – dice Soru – coi Paesi in cui su 100 occupati i laureati sono 40, o 36. Il triplo rispetto ai nostri standard». È per questo che la Regione investe soprattutto sul diritto allo studio.
Ad Ales, secondo impegno della giornata (dopo un convegno a Cagliari con Massimo D’Alema), l’ex governatore incontra genitori che lo ringraziano perché i figli sono in giro per il mondo col Master and back: «Ma non devono ringraziare, è la comunità regionale che si fa carico di investire su chi merita», commenta nelle tappe successive. «La Sardegna – aggiunge – è da quest’anno l’unica regione in cui chi si iscrive all’università con un voto di maturità di almeno 80 centesimi riceve un assegno di 500 euro al mese per un anno».
LA GIORNATA Nel corso della giornata, Soru deve affrontare anche una polemica con Studio aperto, per un’intervista non concessa a una giornalista inviata in Sardegna. Il direttore del tg di Italia 1, Giorgio Mulè, conferma la correttezza dell’operato della sua testata e chiede l’intervento dell’Ordine dei giornalisti o del Garante delle comunicazioni. «Non voglio essere complice di un tg che manda 15 minuti di falsità», dice il candidato presidente, in riferimento all’intervista in cui Berlusconi lo aveva attaccato su Tiscali.
Parlando a Samugheo, Meana Sardo, Sorgono e Tonara, Soru ritorna anche sui temi dello sviluppo locale. Da costruire su assi come «l’industria dei beni culturali: oggi sono gestiti da cooperative con lavoratori precari, invece nei prossimi mesi riporteremo la gestione sotto un’unica agenzia che stabilizzerà quegli operatori e ne assumerà altri». Altro esempio è la riforestazione: «Anch’essa può diventare un’industria. Per questo abbiamo stabilizzato 3.500 operai dell’Ente foreste che da una vita erano costretti ad alternare sei mesi di lavoro e altri sei di disoccupazione».
EUROPARLAMENTO Dal candidato presidente arriva anche il sostegno per l’iniziativa dei senatori sardi del Pd Francesco Sanna, Antonello Cabras, Gian Piero Scanu e Luciana Sbarbati, insieme al commissario Achille Passoni: i cinque hanno presentato un emendamento al decreto sull’ election day , che istituisce una circoscrizione Sardegna per le Europee.
«Solo così – spiega Sanna, primo firmatario – l’Isola avrà la certezza, e non solo la possibilità, di avere due seggi al parlamento di Strasburgo. Mi auguro che l’emendamento possa trovare la più ampia condivisione tra le forze politiche e ricevere non solo la formale sottoscrizione, ma anche il sostegno convinto di tutti i senatori sardi del Pdl».
L’Unione Sarda, 10.01.09
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